Passo dopo passo

In questo mondo bisogna essere
un pò troppo buoni per esserlo abbastanza.
(Marivaux, Il gioco dell’amore e del caso)

Nella vita c’è sempre tempo per tutto, ma dobbiamo saperlo trovare, il tempo, non lasciare che la vita ci sfugga via in fretta senza che ce ne accorgiamo. A noi è dato vivere il presente e quando hai tra le mani il futuro ti accorgi veramente di quanto sia importante ogni attimo.

Oggi mi rivedo un pò in quelle lettere disegnate da Daniel Pennac che si trasformano in esserini allegri e saltellanti che se ne vanno a folleggiare altrove, “ideogrammi della mia sete di vivere”.

Ma adesso, che mi fermo a pensare alla strada che ha fatto il mio omino (finito tra bambini), non posso pensare che a mia madre. Se lei un giorno non avesse voluto io oggi non avrei potuto dire:

“I never felt magic crazy as this
I never saw moons knew the meaning of the sea
I never held emotion in the palm of my hand
or felt sweet breezes in the top of a tree
but now you’re here
brighten my northern sky
(Nick Drake, Northern sky)
In questo mondo bisogna essere
un pò troppo buoni per esserlo abbastanza.
(Marivaux, Il gioco dell’amore e del caso)

Nella vita c’è sempre tempo per tutto, ma dobbiamo saperlo trovare, il tempo, non lasciare che la vita ci sfugga via in fretta senza che ce ne accorgiamo. A noi è dato vivere il presente e quando hai tra le mani il futuro ti accorgi veramente di quanto sia importante ogni attimo.

Oggi mi rivedo un pò in quelle lettere disegnate da Daniel Pennac che si trasformano in esserini allegri e saltellanti che se ne vanno a folleggiare altrove, “ideogrammi della mia sete di vivere”.

Ma adesso, che mi fermo a pensare alla strada che ha fatto il mio omino (finito tra bambini), non posso pensare che a mia madre. Se lei un giorno non avesse voluto io oggi non avrei potuto dire:

“I never felt magic crazy as this
I never saw moons knew the meaning of the sea
I never held emotion in the palm of my hand
or felt sweet breezes in the top of a tree
but now you’re here
brighten my northern sky
(Nick Drake, Northern sky)

La neve

La neve cambia i colori
trasforma gli odori
La neve di pianura
cade ma non dura
La neve di collina
ferma chi cammina
La neve di montagna
la disegni alla lavagna 
La neve è un gioco
per vincere basta poco
Ha solo una regola
da scrivere sulla tegola
Devi rimanere in piedi
tanto prima o poi ti siedi
Tutti giù per terra
cancella la guerra
La neve lava e avvera
e’ già tempo di primavera
©donatopiccinino2014

Non siamo tutti uguali

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E’ inutile, non si può rimanere indifferenti rispetto a quanto è accaduto nel comune di Trani.
A pochi passi da noi.
Perchè poi accade che, fin quando qualcosa non ci tocca da vicino, è sempre qualcosa che non ci riguarda più di tanto.
E allora poi capiamo che Roma, Milano, Venezia, Bologna, e mille altre inchieste (e quante ancora verranno fuori) sono figlie dello stesso delitto: contro il “bene comune”, la Politica.

Non si risolve il problema attaccando la Politica, ma facendo più Politica. Quanto sia complicato spiegare questa idea, oggi come oggi, è una difficoltà che non nascondo e che spinge, personalmente, ad interrogarmi.
Ci sono momenti in cui la facilità nel dare risposte corrisponde all’incapacità di farsi domande.
Credo che, a questo punto, sia il caso di farsene qualcuna…non quelle semplici e ipocrite, ma quelle difficili. Quelle facili le lascio alle “anime belle”, quelle ipocrite alle “anime brutte”. Scriveva Franco Cassano che le anime belle “osano dare lezioni di nuoto senza essere mai entrare in acqua, le altre pretendono di mantenersi a galla affogando gli altri”.

Non si distinguono più i mezzi e i fini. Manca il senso della misura. Non si sanno usare i freni. Il compromesso è la regola. E’ il trionfo di “cosa è utile per me (e di quelli vicino a me)”.

Nelle mie riflessioni parto da qui. Scomodamente, perchè il dito puntato è sempre l’arma dei deboli. No, non è questo il tempo dei benpensanti, dei portatori di verità. E’ il momento di essere esempi positivi: se non ci sono, andare a cercarli; se non si ha la forza per esserlo, fare un passo indietro.

Per questo dico una sacrosanta verità che non è quella secondo cui “sono tutti uguali”. Perchè equivale ad un annuncio di morte. Leggetela bene… non c’è senso di speranza in quella frase. E la Politica, come la vita, è speranza. In un progetto, in un sogno, in una missione. La corruzione è una storia che il mondo non ha mai smesso di conoscere. Basta posizionarsi dall’altra parte.

Alzi la mano chi non ha mai fatto un viaggio senza fermarsi. Sostare un pò, capire dove andare è un impegno, grande come la responsabilità che si sente quando hai pesato la fiducia di tante persone. Alle stesse a cui è arrivato il momento di chiedere un confronto comune. Piccolo, per farlo poi più grande. I livelli sono tanti. E riguarda tutti, nessuno escluso.

Si vince riportando alla luce l’etica, parola dimenticata. L’etica si studia e, semplicemente, non esiste se non c’è “educazione all’etica”. E, come ogni insegnamento, non è nulla se non lo si mette poi in pratica.

Il primo viaggio è il mio

giannino

Beh, “Giannino” non l’ho ancora incontrato a dire il vero!

Ma credo che ognuno, dentro di sè, un pò lo sia. A guardarli sono tutti uguali e così diversi. Basta cambiare prospettiva. Seduto all’angolo dell’aula, camminando o parlando dal fondo perchè la direzione non è mai una e sola.

Il primo viaggio è il mio. Con una mèta e tanti compagni. Ci si arricchisce di parole, quelle buone…e quelle scritte e dette male, di disegni, compresi quelli da decifrare, e di gesti che metti nello zaino… ogni volta sempre più pesante di leggerezze e generosità.

Si lascia quel che si è. Si dà quel che si ha. Non c’è prezzo nella gara a sapere sempre di più. Non ci sono vincitori nè vinti. Si applaude al più bravo e non si nega l’aiuto a chi arranca.

Non è un metodo. E’ il primo vero insegnamento che si tramanda.

Ma questo è solo quello che è successo ieri. Prima, altre storie sono iniziate e finite. E domani ce ne saranno altre.

Alzi la mano chi non crede che sia il mestiere più difficile e più bello del mondo!

Un impianto di compostaggio rifiuti a Trinitapoli. E chi lo sa?

compostaggio

Avevo sollecitato molti mesi fa l’Amministrazione Comunale a portare all’attenzione pubblica il progetto presentato dalla società Ecotras Snc di Trinitapoli per la realizzazione di un impianto per la produzione di compost e di energia tramite biomasse con procedimento anaerobico da ubicare nel nostro Comune in località “Mattoni” (nell’immagine in alto potete verificare la localizzazione).

Abbiamo appreso del parere favorevole espresso parte della giunta di Feo nel corso della Conferenza di Servizi di gennaio scorso circa l’opportunità di realizzare l’impianto di compostaggio.

Ma questa decisione non avrebbe meritato preliminarmente una approfondita discussione che permettesse un’ampia partecipazione della comunità arrivando poi ad una deliberazione ufficiale del Consiglio Comunale? E’ il caso di chiedersi quale sia la pianificazione urbanistica nelle mente degli amministratori del nostro comune o se non dobbiamo arrivare alla conclusione che ci troviamo di fronte ad una programmazione “à la carte”.

Così non va bene. Non è questo il modo di procedere e non si può pensare che determinate scelte che hanno ripercussioni di una certa rilevanza sulla pianificazione del nostro territorio passino nel più completo silenzio.

L’ultima Conferenza di Servizi, tenutasi in Provincia il 13 ottobre, per opportuna conoscenza, ha confermato il parere sfavorevole dell’ASL Bat dopo aver evidenziato una serie di osservazioni sulla documentazione integrativa e specificato che “non risultano valutati in modo esaustivo gli impatti sulla popolazione (salute), suolo, acqua, aria”, il parere contrario dell’ARPA Puglia “fermo restando le condizioni di contrasto per localizzazione impiantistica”. Stesso parere è stato espresso anche dalla Provincia Bat dando la possibilità alla Società Ecotras di presentare entro il 2 novembre le proprie osservazioni.

Ritiene l’Amministrazione di Feo che, adesso, in tempi brevi, il Consiglio Comunale debba espressamente dichiarare con una propria deliberazione la volontà di approvare la variante urbanistica (modificando l’area da agricola E2 in zona industriale) finalizzata all’approvazione del progetto proposto?

Ritene l’Amministrazione di Feo che questo reiterato modo di procedere sia quello corretto? Chi ha vietato di attivare dallo scorso anno percorsi di discussione e approfondimento come avevo richiesto nel corso di una mia interrogazione in consiglio comunale?

Può un atto di indirizzo essere svincolato da una riflessione generale e più complessa rispetto al futuro sostenibile del nostro territorio? Dal mio punto di vista questa si chiama “programmazione/pianificazione” e so che è difficile chiederla a chi fin dall’inizio ha dimostrato di non averla.

(Credo che seguiranno aggiornamenti)

Prendere posizione

paolo VI

«Oggi i cattolici italiani sono invitati a prendere posizione nel campo della cultura per ragioni alquanto differenti da quelle per cui i cattolici militanti di ieri si proponevano di fare della cultura. Prima di tutto perché ieri non era tanto un problema culturale quanto un problema pratico quello che occupava l’attività dei cattolici. Ieri era l’organizzazione sia cattolica che sociale che reclamava attenzione ed energia: era l’attività polemica e politica che segnava il punto culminante dell’azione pubblica dei cattolici. Oggi questo non è più. Il perché ora non ci interessa: ci interessa il fatto.

Adesso invece si tratta di trovare la forma di attività pubblica che sia, da un lato, conforme agli ordinamenti dell’Azione Cattolica, dall’altro, consentita dalle presenti circostanze. Ora è certo che l’attività culturale, subordinata e congiunta a quella più propriamente formativa dei gregari dell’Azione Cattolica, formativa e quindi meno pubblica, e solo indirettamente con effetti sociali, subordinata altresì e congiunta a quella religiosa, di natura pubblica questa, ma dai tempi facilmente sequestrata e limitata a folle e a forme determinate, e meno influenti quindi sul mondo di convertire; l’attività culturale, diciamo, apre la via su questo medesimo mondo, con grandissimo potenziale di conquista, e con minore pericolo di adulterare la natura e la forma dell’Azione Cattolica».

Da g.b.m. [Giovanni Battista Montini], I Cattolici e la cultura,
in «Azione Fucina», 31 agosto 1930

Capitano di una squadra infinita

pinuccio

Ci sono ricordi e ci sono migliaia di pagine di storie vissute. Con Pinuccio anche oggi vincono le storie vissute. Anche oggi che ha dato un ultimo lungo respiro dopo una sofferenza troppo grande per lui.

Tanti, troppi, possono raccontare storie vissute con lui, insieme a lui, grazie a lui. E’ il gioco della semina, perchè prima o poi raccogli. A noi, a tutti quelli che lui ha accompagnato nella sua storia, spetta il compito di ricordare e testimoniare un libro infinito di esperienze. E’ il più bel regalo che possiamo fare alla sua memoria.

C’è una immagine su tutte che rimanda alla sua vita ed è un ricordo comune a molti.

Un campo grigio, squadrato con linee bianche irregolari ondeggianti sul terreno. In una metà campo un uomo magro, composto. Che urlava. La fascia di capitano. Il numero 6, troppo grande ma preciso. Di là organizzava nove uomini, il decimo era il portiere, leggendario nella sua solitudine con un muro impenetrabile davanti.

Pinuccio è stato questo: allenatore in campo, meticoloso tanto che ogni dettaglio si spaventava quando veniva richiamato dal limbo delle cose da fare. Quello che molti non vedevano lui era attento a scrutarlo per tempo, perchè nulla sfuggisse e nessuno si potesse trovare impreparato.

Un salesiano antico. L’amore per il metodo, l’umanità dentro ogni cosa, l’educazione come principio imprescindibile.Un salesiano vero. Prima di agire, conoscere. Prima di premiare, fare. E, da buoni cristiani e onesti cittadini si può anche sbagliareUn salesiano convinto. Perchè una scuola di vita non si tradisce mai se porta sempre frutti.

Che storia a pensare che ieri partiva l’anno per il bicentenario della nascita di don Bosco e Pinuccio ha intrapreso un altro percorso di vita. Io ci leggo i segni che lui sapeva essere presenti ogni giorno, pezzi di fede mai messa in discussione. Mai.

Il calcio e l’oratorio metafore di vita. Perchè in quei momenti c’era tutto quello che la realtà poi avrebbe messo di fronte ai nostri passi.

Caro Pinuccio, la notte non ti ha fatto mai paura. Era lì che ti rifugiavi tra le cose da fare e le cose da pensare. Senza sosta. Ma la notte non ti ha mai avvolto e nella tua metà campo non sei mai rimasto solo. Ma hai costruito, giorno dopo giorno, una squadra infinita, hai sempre trovato la luce che illumina il campo della vita di tanti, troppi.

Ti sia, veramente, lieve la terra.

I fantasmi delle Olimpiadi

grecia

Faliro Olympic Beachvolley Centre. Reportage @Daily Mail

Dieci anni dai Giochi di Atene 2004, la culla delle Olimpiadi moderne. Di tutte le strutture realizzate per realizzare un sogno non è rimasto quasi nulla.

Questo è uno dei quei reportage che da solo spiega più di mille parole. La spesa fu di 9 miliardi di euro. Oggi la Grecia è un Paese prostrato dalla crisi, abbattutasi più violenta che altrove.

Molte generazioni elleniche hanno il futuro segnato e se lo ritroveranno tra i piedi tra piscine, stadi, piste con le sembianze di fantasmi di cemento. Mentre, dall’altro lato, antichi e gloriosi edifici, monumenti, anfiteatri continuano a rappresentare una civiltà eterna.

E’ vero, siamo nani sulle spalle di giganti. E, per di più, nani in crisi d’identità.

C’era una volta Lo Squalo..e un Pirata!

nibali

 

Beh, un pò di commozione c’è grazie a Vincenzo Nibali. Il capolavoro di Marco Pantani nel 1998 era troppo lontano e la vittoria di Felice Giamondi noi, alla Grande Boucle, non l’abbiamo nemmeno vista.

Noi della Generazione Pantani. Un pò così tra gloria e disperazione, coraggio e sconforto, siamo arrivati fin qui. Per vedere il tricolore in alto domani, con le braccia alzate e dietro la scenografia degli Champs Elysees. E a far da cornice sul podio due francesi. Boccone amaro per i cugini transalpini. Apoteosi per noi fratelli d’Italia.

Vincenzo non ha vinto, ha dominato. Entra nell’olimpo del ciclismo, riservato a pochi, a chi vince Tour, Giro e Vuelta.

Di una cosa sono convintissimo.

Per ogni pedalata dello Squalo c’era un Pirata, lassù in cielo, che lo ha accompagnato fino alla vittoria. E non lo ha mai lasciato solo.